[…]A Malghera de novo, eco, tornemo
Pronti a la resistenza più ‘canita:
Se la nostra Venezia defendemo,
Cossa ne importa nù, mai dela vita?[…] 
 Dal poemetto dialettale di Gigio da Muran, Venezia, 1904
  
Per "Marghera" s'intende l'area dell'omonimo Forte verso il quale, il 27 ottobre 1848, i patrioti veneziani marciarono, dopo aver disarmato i pochi soldati stranieri di guardia in città. Gli insorti, con l’ausilio del resto delle truppe italiane riuscirono ad entrare e impadronirsi della preziosa fortezza militare. 

Il Concilio Europeo dell’Arte offre questo spunto iniziale della storia d’Italia per riflettere sui concetti di oppressione, di ribellione, di libertà. Gli artisti dell’associazione sono invitati a presentare il loro personale punto di vista sulla tematica attraverso le loro elaborazioni artistiche. Le opere selezionate saranno esposte presso gli spazi espositivi dell’ex cappella situata nell’area d’ingresso al Forte Marghera.

L’iniziativa fa parte di un più ampio progetto a cui partecipano tutte le associazioni attive a l Forte per celebrare il 150° anniversario dell’unità d’Italia e per avvicinarsi alla cittadinanza di Venezia e Mestre.


Celebrando il 150° anniversario dell'Unità di Italia la mostra si terrà dal
16.09 > 20.10 2011
presso la Polveriera Austriaca di Forte Marghera

In concomitanza con l’apertura della 54° Biennale, si inaugura un padiglione non convenzionale, il Padiglione Mediterraneo.  Perché  Mediterraneo? 
Il  Mare Nostrum si è sempre proposto,  idealmente, come il centro del mondo, mare-crocevia in cui tutto si fonde e cerca di ricomporsi nell’unità originaria. Allo stesso tempo, è teso tra due polarità opposte: l’aspirazione all’unità costantemente perseguita e, per contro, sistematicamente elusa da opposte tendenze centrifughe, fonti di ineliminabili tensioni e contese. Considerare questo mare come un «insieme», senza tener conto delle fratture che lo dividono, dei conflitti che lo dilaniano, significherebbe ignorare l’attualità.

ILLUMInazioni - titolo di questa edizione della prestigiosa rassegna internazionale d’arte, diventa il punto di partenza per rileggere le vicende che hanno interessato e interessano tuttora il Mediterraneo. 
L’artista Eulisse gioca ad interpretare il sottinteso tema LUCE in modo del tutto personale: la luce, da sempre simbolo positivo ma sfuggente alle definizioni e alle catalogazioni, si presenta con volti diversi agli osservatori che ne indagano la natura.
“Ogni giorno centinaia di uomini vengono privati della vita, crocefissi e affogati nel mare del petrolio mentre altri, attraversano il Mediterraneo sperando di trovare una luce che non c’è. Una volta che questi incendi saranno domati, trionferà finalmente il “buio” della ragione…”. Questa riflessione di Eulisse è ben descritta da una grande scultura- tra i pezzi più significativi del padiglione - che l’artista ha dedicato agli uomini “illuminati” dai bagliori del petrolio che brucia e dagli incendi provocati dalle bombe “intelligenti”, nel tentativo di destare la coscienza collettiva sulla tragedia delle guerre che stanno sconvolgendo il Nord Africa.

Il transito tra luce e ombra  diventa quindi troppo fragile nella “primavera araba”;  per parte della società, specialmente la gioventù, il futuro rappresenta un sole senza aspettative. La luce, tradizionalmente sinonimo del Bene, e il buio, del Male, si confondono nel mare che bagna le nazioni di speranza e allo stesso tempo di oscurità.

Eulisse non è certo nuovo alla provocazione: nel 1986 la sua iniziativa antirazzista ebbe talmente eco sulla stampa da essere ancor oggi ricordata dal sito web della Biennale come storica.  Il suo ‘provocatorio padiglione clandestino […]’ (La Stampa, ‘ <<Provocazione>> alla Biennale d’Arte. Nella vecchia macelleria il Padiglione Sud Africa’, 25 giugno 1986) era stato allestito in una vecchia macelleria dismessa dai cui ganci pendevano una dozzina di sculture di gesso annerite, da calchi dal vivo, che simulavano corpi umani torturati, vittime della crudeltà dell’Apartheid.
Di più recente realizzazione, è la personale “EULISSE Macchina da tempo” (conclusa lo scorso 8 maggio), a cura di Concilio Europeo dell’Arte, tenutasi presso la prestigiosa Ca’ Pesaro sede della Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Venezia. Per l’occasione Eulisse ha presentato 41 opere inedite-29 sculture e 12 grandi tele- che creano un excursus cronologico sui  più rilevanti eventi degli ultimi secoli: dalla tragedia delle grandi guerre del XX secolo, alle problematiche mondiali del XXI come la speculazione edilizia, le tematiche del nucleare e del petrolio.

Quale testimone e vivace interprete del panorama artistico e culturale degli ultimi 50 anni, Eulisse, con il Padiglione Mediterraneo (presso San Samuele), offre una voce non ufficiale  e provocatoria, muovendo un ulteriore passo nella sfida allo status quo e nella “missione di riflettere allo specchio gli sfaceli della storia umana”(John T. Spike, Introduzione al catalogo della mostra “EULISSE Macchina da tempo”, Concilio Europeo dell’Arte 2011).



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